Skip to main content

Nell’ampio progetto di HAB Terrenergie rientra anche la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili diffuse nel Vicentino.

Sul tema delle CER, però, c’è ancora un po’ di confusione e proprio per fare chiarezza abbiamo posto alcune domande al nostro esperto Marco Bianchi.

Cos’è esattamente e come funziona una comunità energetica?

Una comunità energetica è un concetto abbastanza semplice: è un gruppo di soggetti che si scambia energia. Nelle comunità energetiche possono partecipare sia persone fisiche, che imprese che enti locali e tutti questi possono fungere sia da produttori di energia che da consumatori. 

Un elemento importante è quello relativo allo scambio di energia: questo è uno scambio virtuale, nel senso che l’energia non fluisce direttamente da chi produce a chi consuma, ma è il Gestore dei Servizi Elettrici che monitora e rendiconta questi scambi.

Una comunità energetica nasce generalmente attorno alla volontà di uno di questi soggetti di interagire con gli altri: può essere un gruppo di cittadini, intesi come “consumatori”, che cerca uno o più impianti di produzione, oppure può essere un piccolo Comune che stimola la collaborazione tra soggetti privati.

Quali sono gli attori principali coinvolti in una comunità energetica?

Una comunità non può prescindere dall’avere i due elementi fondanti: almeno un produttore e almeno un consumatore, che come abbiamo visto possono assumere diverse forme.

Altri attori importanti, soprattutto nella fase di avvio della comunità, possono essere le società di consulenza, per l’accompagnamento e lo studio di fattibilità, la banca per l’eventuale finanziamento, e il Gestore dei Servizi Energetici per l’ottenimento degli incentivi previsti dalla legge.

Quali sono i principi su cui si fondano? Quali sono i benefici di farne parte?

Le comunità energetiche, così come definite dalla Legge, sono soggetti giuridici autonomi che devono perseguire benefici ambientali, economici o sociali per i propri membri o per la comunità, senza essere finalizzate al profitto finanziario.

In questa definizione così ampia si vede già come le comunità sono spinte a costituirsi affinché lo scambio di energia non sia fine a se stesso, ma sia un presupposto per creare del valore non necessariamente economico. 

Alcuni esempi possono essere nell’utilizzo dei benefici per combattere la diffusione della povertà energetica, oppure la realizzazione di progetti di supporto ad aree fragili e marginali.

Cosa significa autoconsumo? Ed energia condivisa?

Autoconsumo fa riferimento all’energia che viene consumata nello stesso sito in cui viene prodotta. Pensiamo, ad esempio, al caso di un impianto fotovoltaico condominiale collegato agli usi di ogni appartamento: in questo caso si ha autoconsumo quando viene usato l’ascensore di giorno mentre viene prodotta l’energia dal fotovoltaico. Chiaramente la stessa situazione notturna, invece, porterebbe a prelevare energia dalla rete considerato che l’impianto fotovoltaico non può funzionare senza luce solare. 

L’energia elettrica condivisa è un concetto molto importante per le comunità energetiche e possiamo considerarlo un “autoconsumo di comunità”. Per fare un esempio, immaginiamo una comunità con un impianto fotovoltaico in produzione, e una serie di punti di consumo distanti fisicamente: l’energia elettrica condivisa è quella quota di energia prodotta dall’impianto che viene consumata nella stessa fascia oraria dai consumatori. 

Per andare ancora di più nello specifico, se alle 12 di un giorno soleggiato tutti i consumatori tornano a casa a pranzo e usano l’elettricità (forno elettrico, elettrodomestici, ecc…) mentre l’impianto di produzione di comunità produce, allora la quota di energia elettrica condivisa è alta.

Quali i vantaggi economici per i produttori? E per i consumatori?

I vantaggi del produrre energia elettrica sono due: il risparmio di energia, per la quota di energia autoconsumata, e la vendita di energia, per quota di energia ceduta in rete. 

In entrambi i casi ci sono dei benefici economici (rispettivamente, risparmio in bolletta e ricavo). Quando un produttore partecipa a una comunità energetica con il suo impianto, ha la possibilità di fare accedere la comunità stessa a ulteriori vantaggi economici, ovvero una tariffa premio ed un rimborso di oneri sull’energia elettrica condivisa. È bene sottolineare che questi ultimi due vantaggi sono per la comunità nella sua interezza: sta poi alla comunità stessa, e ai suoi regolamenti interni, disciplinare la suddivisione dei vantaggi tra produttori e/o consumatori e/o soggetti esterni alla comunità.

Il vantaggio economico per il consumatore, quindi, dipende da cosa prevede il regolamento della comunità. 

Qual è la normativa di riferimento? 

I principali provvedimenti normativi sono:

 – DLgs 162/2019 (c.d. “Milleproroghe”) e ss.mm. e ii. che per primo ha definito le comunità energetiche rinnovabili

 – DLgs 285/2020 che ha definito gli incentivi per le comunità

 – DLgs 199/2021 sull’avvio del regime ordinario delle comunità energetiche rinnovabili

 – Delibera 727/2022 dell’Arera con il Testo Integrato sull’Autoconsumo Diffuso

 – Legge Regionale Veneto nr 16 del 05/07/22